Il Centro Salute Mentale di Schio riparte

La struttura è tornata ad essere attiva dal lunedì al venerdì: oggi la presentazione del servizio potenziato alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità e ai Servizi Socio-Sanitari Manuela Lanzarin

Si è svolta questa mattina la presentazione ufficiale della “nuova” organizzazione del Centro Salute Mentale di Schio, una novità che rappresenta in realtà un ritorno al passato, ma anche una promessa mantenuta nei confronti di tutto il territorio: il CSM di Schio è tornato infatti a essere attivo per 5 mattine la settimana, dal lunedì al venerdì, dunque con un significativo rilancio e potenziamento dell’attività di presa in carico dei pazienti.

Per illustrare questo importante cambiamento, erano presenti l’Assessore regionale alla Sanità e ai Servizi Socio-Sanitari Manuela Lanzarin, il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana Carlo Bramezza, il dott. Tommaso Maniscalco, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ULSS 7 Pedemontana, e il sindaco di Schio Valter Orsi.

«Non appena le condizioni lo hanno consentito siamo tornati all’apertura per 5 giorni la settimana – sottolinea il Direttore Generale Carlo Bramezza –, ben consapevoli dell’importanza di questo servizio in un momento che vede un significativo incremento delle richieste assistenziali per le problematiche legate alla salute mentale: nel mesi scorsi abbiamo portato avanti un lavoro importante, in silenzio, fino al raggiungimento dell’obiettivo. Si conferma così la nostra attenzione ai servizi territoriali e in generale a garantire ai nostri pazienti la migliore presa in carico, dove possibile vicino a casa. Voglio sottolineare che questo è solo un primo passo, continueremo la ricerca di ulteriori specialisti e non appena sarà possibile estenderemo ulteriormente l’orario di attività anche al pomeriggio. Inoltre abbiamo appena rinnovato l’impianto di condizionamento e riscaldamento, con un investimento di circa 30 mila euro, con l’obiettivo di garantire agli utenti ed anche al personale un ambiente più confortevole».

In particolare, l’estensione dei giorni di apertura del CSM è stata possibile grazie al rafforzamento dello staff con l’inserimento di due ulteriori psichiatri, una specialista e una specializzanda del 4° anno che completerà la specializzazione nel giro di pochi mesi.

«Il CSM di Schio serve un bacino d’utenza di circa 54.000 abitanti e opera con un modello di presa multidisciplinare, attraverso un’equipe composta da psichiatri, psicologi, assistente sociale, infermieri ed educatori professionali – spiega il dott. Tommaso Maniscalco, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ULSS 7 Pedemontana –. Voglio sottolineare che durante il periodo di apertura ridotta su 3 giorni la settimana abbiamo comunque assistito tutti i pazienti, pur dovendo indirizzarne alcuni al Centro di Salute Mentale di Thiene, mentre d’ora in avanti l’orario ampliato ci consentirà di garantire l’assistenza più vicino a casa praticamente a tutti i pazienti residenti nel territorio scledense.

Ma il nuovo orario esteso non è l’unica novità: anche il CSM di Schio è entrato infatti a far parte della rete formativa della facoltà di Psichiatria dell’Università degli Studi di Padova, grazie all’accodo sottoscritto recentemente tra l’Ateneo e il Dipartimento di Salute Mentale dell’ULSS 7 Pedemontana: «Questo oggi ci permette di allacciare rapporti con giovani specializzandi, ospitandoli all’interno delle nostre strutture, tra cui appunto anche il CSM di Schio, e facendo conoscere loro i servizi del nostro territorio – spiega il dott. Maniscalco -. In questo modo saremo più attrattivi nei confronti dei giovani specialisti, oltre che poter contare su giovani specializzandi prossimi alla conseguimento del titolo e che rappresentano già una risorsa importante per l’attività delle nostre strutture».

Un potenziamento del servizio che trova il pieno consenso anche dell’Amministrazione Comunale: «Assieme all’Ulss abbiamo sempre mantenuto alta l’attenzione sul CSM – dichiara il Sindaco Valter Orsi -. Siamo sempre stati a conoscenza dei problemi legati all’impossibilità di assumere medici, ma la direzione dell’azienda sanitaria ha sempre manifestato volontà e determinazione nel risolvere questa criticità. Ora torniamo all’erogazione del servizio dopo un percorso in cui siamo sempre stati aggiornati passo dopo passo. Son molto soddisfatto anche per il miglioramento dei locali del CSM. Il lavoro portato avanti è stato premiato e ci tengo a ringraziare particolarmente la direzione dell’Ulss per aver tenuto fede all’impegno preso con la città di Schio».

Il Dipartimento di Salute Mentale

La struttura di Schio è uno dei 4 CSM aziendali (gli altri sono collocati ad Asiago. Bassano e Thiene), mentre il numero complessivo di pazienti seguiti dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ULSS 7 Pedemontana è pari a oltre 5.400.

«Circa 200 sono pazienti seguiti in strutture residenziali, ulteriori 500 in maniera assertiva a domicilio o tramite servizi semiresidenziali, ma la maggior parte viene assistita in regime ambulatoriale ed è qui che entrano in gioco i Centro di Salute Mentale, dove viene svolta un’ampia varietà di servizi – spiega ancora il dott. Maniscalco -: dall’accoglienza diretta di tipo infermieristico e l’assistenza medica d’urgenza, alle visite mediche di controllo, oltre alle sedute di psicoterapia individuali e di gruppo, gli incontri di psicoeducazione per i familiari e le attività di tipo somatico e l’attività farmacologica. Il tutto all’interno di un percorso che è sempre definito e monitorato mediante i progetti personalizzati di cura e riabilitazione: in poche parole nei Centri di Salute Mentale c’è la regia della presa in carico dei pazienti».

«Per i pazienti più gravi, in fase acuta – aggiunge il dott. Maniscalco – la nostra Azienda dispone anche di 2 reparti da 16 posti letto ciascuno, negli ospedali di Santorso e di Bassano, che vengono utilizzati soprattutto per rispondere alle urgenze, come dimostra la durata media relativamente breve delle degenze, pari a 14 giorni, a fronte però di circa 700 ricoveri complessivi. In realtà, però, la stragrande maggioranza dei nostri pazienti è seguita ambulatorialmente, vive nella famiglia d’origine o costituita, lavora, magari con gradi diversi di autonomia, ed ha soddisfacenti relazioni affettive. Ciò a dimostrare come la patologia mentale non sia necessariamente una condizione ineluttabile e di inguaribilità, come magari spesso viene percepita nel sentore comune, ma si tratta di situazioni che possono riguardare chiunque in particolari momenti della propria vita e che si possono affrontare con successo con il supporto di specialisti».

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