Se c’è qualcosa da imparare sulle vicende delle diverse Amministrazioni di Vicenza è che ogni volta che cambia il sindaco si riparte da zero, anzi un po’ più indietro. Un film che abbiamo visto tante volte, in particolare quando vince il Centrosinistra, l’area politica più sedotta dalla damnatio memoriae.
Intendiamoci, non che il Centrodestra brilli di fantasia, ma va riconosciuto all’area conservatrice che, quando vince, tende a confermare i percorsi tracciati da chi l’ha preceduto anche se si tratta dell’avversario. Per qualcuno si tratta di superficialità e poca voglia di approfondire i temi – come pensano a sinistra -, per qualcun altro si tratta di contrapporre la realpolitik e l’ansia del fare alle discussioni infinite più care ai progressisti che amano molto più il confronto che la decisione, al punto che spesso passano interi mandati ad ascoltare il punto di vista anche dell’associazione dei degustatori di tè al gelsomino e si arriva fatalmente alle elezioni successive.
Un esempio per tutti: Rucco vince e continua sulla strada tracciata da Variati rispetto al tema dell’Alta Velocità, quando avrebbe potuto revocare delibere e riaprire i giochi, almeno politicamente. Possamai vince e rimette in discussione ogni decisione sul futuro della città che non avesse già raggiunto il punto di non ritorno amministrativo. Sul tema vedi alla voce PNRR e, da ieri, Biblioteca Bertoliana.
Quindi Hullweck, o meglio Mario Giulianati, all’epoca Presidente, immaginano 20 anni fa un potenziamento dell’istituzione nei locali della Giuriolo di Via Riale che era stata trasferita nel polo di Santa Maria Nova, poi arriva Achille Variati e per dieci anni non viene toccata palla, quindi Rucco lancia l’idea del recupero dell’ex Tribunale di Santa Corona per farne la Nuova Bertoliana.
In cinque anni riesce solo a partorire un investimento sulla progettazione, ma, a fine mandato non ci sono nè gare, nè affidamento dei lavori e neppure gru piazzate da quelle parti. Arriva Possamai e la prende da lontano, prima con la mancanza di fondi, poi con una valutazione complessiva ed infine torna sull’ipotesi dei nonni Hullweck-Giulianati, con degli irrilevanti distinguo. Insomma ripartiamo da quando Berlusconi vinceva tutte le elezioni e, con Bossi e Fini, prendeva tutte le decisioni.
A Vicenza è sempre il Giorno della Marmotta, ogni volta si riparte da zero e si mandano in soffitta idee, suggestioni e perfino progetti finanziati perchè…perchè sono stati pensati dall’avversario politico. Interno o esterno non importa. Questa storia assomiglia molto a quella infinita del teatro, decenni di discussioni e progetti con sindaci diversi, seppur tutti democristiani, che però non sono mai riusciti a mettere a terra nulla. E l’unica volta in cui il buon senso si è imposto sul bizantinismo sabotatore dei vicentini, il teatro è stato realizzato. Forse dovremo aspettare un altro sindaco, perchè la lezione che ci arriva anche da questa storia è che se non approvi progetto e avvio dei lavori entro il mandato, qualunque opera viene rimessa in discussione dal sindaco successivo.
P.S.
A Vicenza abbiamo giorni dedicati praticamente a tutto, perchè non iniziare a festeggiare oltre all’8 settembre, anche il Giorno della Marmotta e adottare il simpatico animale come mascotte di Palazzo Trissino? Il gatto non è più il nostro simbolo. Troppo veloce e troppo astuto.