A destra e a sinistra di Palazzo Nievo

Mentre la settimana scorsa la propaganda del Carroccio diffondeva il dispaccio contenente il nuovo obiettivo di Alberto Stefani, dopo l’autonomia il ripristino delle Provincie, in attesa che si torni al voto a suffragio universale per l’ente intermedio più rimpianto di sempre, il prossimo autunno toccherà andare al rinnovo anche del Consiglio di Palazzo Nievo con il sistema vigente.

Tradotto per i non addetti ai lavori,  i consiglieri comunali e sindaci di tutta la provincia andranno ad esprimere la loro preferenza con il voto ponderato, quindi vali in proporzione alle dimensioni del comune che rappresenti. La data non è ancora stata fissata ma si parla di fine settembre.

Nulla di ufficiale ma quel voto potrebbe essere confermato, come non esserlo visto che effettivamente ci sono più proposte per il ripristino delle Province alla status quo ante, e che solo il Movimento 5 Stelle è contrario. Proprio per quest’ultima ragione, l’imminente approvazione della riforma, potrebbe avere senso un rinvio dei rinnovi in scadenza perchè l’anno prossimo potremmo essere chiamati a votare per eleggere Presidente e Consiglieri provinciali. E questa è l’ipotesi che non disturberebbe nessuno ed eviterebbe qualche palpitazione ai candidati.

Tuttavia, nella logica dell’estote parati, le manovre per il prossimo Consiglio Provinciale sono già iniziate da settimane. Andrea Nardin se ne sta – relativamente – alla finestra perchè l’appuntamento è per l’assemblea che gli vota le delibere, non per lui, ma è chiaro che sta lavorando per un sostanziale mantenimento della pax attuale.

Non la penserebbero così gran parte delle anime del Centrodestra, che non si sentirebbero più a proprio agio nel mood della Casa dei Comuni, dove le distinzioni e le appartenenze si sarebbero liquefatte da un pezzo, e si vorrebbe invece andare alla conta tra i due schieramenti classici. E’ già successo per il rinnovo del Presidente, quando Nardin prevalse su Nicola Ferronato, ma non è andata benissimo per il Centrodestra, tuttavia c’è chi è convinto di mandare all’opposizione la sinistra ed i suoi rappresentanti.

Resta da capire come finiranno le “amicizie” tra esponenti delle due parti avverse che in questi anni hanno tenuto insieme un’area trasversale, leale a Nardin, che ha governato finora e condizionato molte scelte anche fuori da Palazzo Nievo.

Del resto, come diceva Ennio Flaiano, “le amicizie frivole finiscono sempre per una frivolezza”.

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