Esistono margini di discrezionalità quando si amministra una città?
Sembra una domanda retorica eppure val la pena di spiegarla. Nella maggior parte dei casi sì. Quando un sindaco decide di dare priorità ad alcune spese e non ad altre, fa una scelta politica, esprime una visione ed una sensibilità. La vicenda che sta facendo discutere in queste ore la politica e soprattutto l’esercito di famiglie colpite dall’aumento importante del costo medio dei pasti per i bambini delle scuole è una scelta politica. Dice alla città che la Giunta Possamai ha scelto di tassare le famiglie su un settore delicato come il pranzo dei propri bambini.
E vale a poco la lunghissima lettera che l’assessore all’Istruzione ha inviato agli utenti in cui cerca di giustificare il provvedimento che ha approvato. Di aumento si tratta, che per molti sarà di quasi l’80% in più rispetto alle tariffe dell’anno scorso. Ed è curiosa la contraddizione che si rivela in tutta la sua evidenza tra la narrazione della campagna elettorale di Possamai e del primo anno di mandato, in particolare la retorica dei nidi gratis, a confronto con l’amara sorpresa della mensa a tre stelle Michelin, ma solo per il costo, non certo per la qualità che sarà quella di sempre.
Allora caro assessore Selmo, con rette che, ad esempio, passano da 3,74 euro a 5,40 a pasto e con l’obbligo del pagamento anticipato senza possibilità del pagamento a consumo, per cui uno paga in anticipo e se poi il bimbo è assente perché malato pazienza, il contrasto tra il racconto di un’Amministrazione sensibile ai servizi per l’infanzia e le famiglie, e i costi da ristorante di lusso è imbarazzante.
Ma in ogni caso, al di là della moltiplicazione delle fasce tariffarie, dei criteri e di tutte le ragioni che prova a spiegare, la domanda ci rimane aperta: davvero non avevate scelta? Davvero non eravate in grado di evitare alle famiglie questa botta? Che peraltro arriva in agosto quando si ferma l’Italia per le ferie e sembra quasi fatta apposta per evitare che ci sia troppo clamore intorno ad una manovra oggettivamente impopolare?
Nessuno ci crede. In fondo le risorse per altre iniziative sono state trovate, solo un mese fa è stato approvato un assestamento di bilancio dove si potevano fare scelte diverse e non mettersi nelle condizioni di colpire le famiglie su un servizio considerato obbligatorio anche se in teoria facoltativo, perchè i bambini nella maggior parte dei casi sono costretti a mangiare a scuola perchè entrambi i genitori tornano a fine giornata dal lavoro. E non ci sono scuse, questi soldi si dovevano trovare. Non è colpa del Governo o dell’economia, dell’inflazione o della congiunzione astrale, è una precisa scelta – scellerata – della Giunta Possamai, il provvedimento peggiore da quando si è insediata, ma soprattutto il più politicamente contraddittorio, quello che racconta una politica che fa il contrario di quello che promette o dice di fare.
Con buona pace di chi ha deciso, da tanto tempo e forse a ragione, di non fidarsi più di questi politici che, non si sa se per superficialità o autentica incapacità, alimentano il distacco tra la vita reale e la bolla di vetro in cui prendono decisioni che quella vita, ce la cambiano.