In questi giorni diversi sindaci eletti dopo le ultime elezioni amministrative stanno scegliendo le persone da nominare per formare le giunte comunali, e alcuni di loro hanno pubblicato degli annunci per risolvere un problema: trovare una donna disposta ad accettare la carica di assessora.
Le disposizioni vigenti richiedono che, nella composizione della giunta, siano rispettati dei criteri di rappresentanza di genere. Per i comuni sopra i 5mila abitanti, la legge prevede che ciascuno dei due generi debba essere rappresentato nella giunta per una quota non inferiore al 40 per cento.
Per i comuni più piccoli, quelli che non superano i tremila abitanti, le cose sono più complicate: la legge prevede che i sindaci di questi comuni possano nominare un massimo di due assessori, e che nel farlo debbano «rispettare il principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi»: ciò significa che i due assessori devono essere un uomo e una donna.
La necessità di adeguarsi a questi criteri ha ritardato la formazione di alcune giunte. Per esempio il 14 giugno a Mioglia, un comune in provincia di Savona, il sindaco neoeletto Giovanni Borreani aveva pubblicato un avviso pubblico per la «presentazione di candidature per la nomina di un assessore di sesso femminile». Era stato costretto a pubblicare l’avviso dopo che tutte le consigliere elette nell’ultima tornata elettorale avevano rifiutato di accettare la carica.
La scorsa settimana, dopo che nessuna donna aveva presentato delle candidature alla scadenza del termine previsto dall’avviso (il 20 giugno), Borreani ha infine nominato due uomini: Silvio Rapetto, vicesindaco e assessore con delega a commercio, turismo, sport e lavori pubblici, e Luigi Pelizzari, assessore con delega ad urbanistica, ambiente e territorio, personale e bilancio.
Hanno avuto lo stesso problema anche Antimo Lavorgna e Maurizio Murzilli, rispettivamente sindaci di San Lorenzello (Benevento) e Capistrello, un comune dell’Aquila, la cui popolazione supera i 5mila abitanti, e in cui di conseguenza entrambi i generi devono essere rappresentati almeno al 40 per cento: dopo le elezioni avevano pubblicato entrambi un bando per reclutare un’assessora, ma a differenza di Borreani non sono ancora riusciti a formare la giunta.
E a casa nostra? Tendenzialmente non si segnalano difficoltà particolari, i nostri sindaci stanno alle regole. Ammesso che questa regola abbia ancora un senso.