Corso e ricorso

È passata – relativamente – in sordina come notizia, ma uno dei buchi neri del centro storico da un tempo insopportabile, l’ex Cinema Corso, torna a far parlare di sè. E stavolta non per essere inserito nelle incompiute della città.

Lo stabile di corso Fogazzaro, in passato una delle sale più apprezzate dai vicentini, un luogo che negli anni Ottanta era una delle punte di diamante dell’offerta di sale cinematografiche del Centro, molto prima dei multisala e dell’offerta in streaming, ora, forse, avrà un futuro.

Lo si apprende da una conferenza stampa che la Fondazione Roi, proprietaria dell’immobile, ha tenuto lo scorso fine settimana con la nuova Presidente, Francesca Lazzari, che ha deciso di abbandonare le prospettive perdenti degli ultimi decenni ed ha rilanciato con l’idea del recupero.

L’ex cinema in passato era stato acquisito alla Roi con la presidenza di Gianni Zonin, un po’ prima del cataclisma che poi travolse la sua Banca Popolare di Vicenza, poi anni di dimenticatoio e di brontolamenti, ma nessuna soluzione. Lo stabile è da molto tempo l’immagine di un abbandono intollerabile e negli anni qualcuno pensava ad una vendita, altri ad un utilizzo diverso, ma nessuno, finora, aveva messo a terra uno straccio di idea per dare una prospettiva a quel buco nero. Il Corso, peraltro, è inserito in quella parte di centro storico che negli ultimi vent’anni ha visto svuotarsi anche la storica sede della Camera di Commercio, quella della Banca d’Italia, poco più in là e da tempi ancora più lontani, le ex carceri di San Biagio. Diverse Amministrazioni hanno sognato o immaginato futuri diversi per i luoghi dell’abbandono, ma questo meriterebbe un discorso a parte. La Banca d’Italia di piazza San Lorenzo è stata comprata da un privato, su San Biagio il Sindaco ha immaginato un campus, ma non ci sono al momento aggiornamenti,  invece il Corso potrebbe avere un futuro, grazie ad una scelta netta della Lazzari, recuperarlo e rigenerarlo per la cultura.

Storica figura della sinistra vicentina, Francesca Lazzari è stata assessore in diverse giunte del Centrosinistra, sempre con Achille Variati come sindaco, ma la sua forte personalità, non sempre super ortodossa, l’ha vista salire e scendere in più occasione nel borsino dei politici locali, poi, con la vittoria di Possamai viene scelta per guidare la Fondazione Roi e, nel presentare le linee di mandato 2024-2027, la Lazzari tira fuori la sorpresa da cilindro: il cinema non sarà nè venduto, nè, tantomeno, svenduto. Al contrario sarà recuperato e valorizzato con nuove funzioni culturali. I lavori per una sistemazione ed una ripulitura sono già partiti, almeno per la facciata che dà su Corso Fogazzaro, poi però bisognerà entrare e rigenerare per bene il rifugio di topi e piccioni che nel tempo è diventato, ma il passo in avanti è stato fatto e deciso.

Insomma qualcosa si muove e arriva da una realtà relativamente periferica rispetto a Palazzo Trissino. Alla conferenza stampa infatti, non c’erano nè il sindaco Possamai, nè l’assessore alla Cultura, Ilaria Fantin, due assenze che qualcuno ha letto come una presa di distanza dall’iniziativa di Lazzari. “E’ solo una coincidenza” – commenta Possamai – “perchè quel giorno entrambi eravamo impegnati, ma siamo in sintonia con la scelta della Fondazione Roi”. Sarà, ma ci rimane il dubbio, perchè la presenza di un rappresentante della giunta, anche diverso dall’assessore alla Cultura, avrebbe escluso qualsiasi retropensiero che, in politica, è un riflesso pavloviano. O magari è solo un difetto organizzativo della segreteria del Sindaco.

Al di là dei retropensieri, rimane l’apprezzamento per il nuovo corso impresso dalla Lazzari, che dimostra coraggio e visione. Due qualità in via di estinzione nella classe dirigente della nostra città, che infatti sull’argomento esprime un silenzio assordante.

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