In questa strana estate che non vuole terminare, le sorprese continuano a non mancare. Il week end si apre con la notizia che lo ius scholae arriverà al dibattito del consiglio comunale. Sì, avete capito bene, con questa trovata il centrosinistra cittadino vince l’Oscar per la miglior interpretazione della politica al contrario. Mentre se ne sta in silenzio sul problema della sicurezza e si gira dall’altra parte sulla protesta delle mense scolastiche, cambia campo e rilancia sullo ius scholae provando a confondere il campo del centrodestra.
Che in qualche caso funziona, visto che pensa prima a rispondere alle domande di ogni giornalista che a chiedersi dove sia il trucco.
Ai più innocenti della minoranze andrebbe spiegato che la strategia è proprio questa, uscire dall’angolo della delibera sbagliata sulle mense spostando l’attenzione su un tema valoriale che, magari, divide e tocca una discussione che al bar può scaldare gli animi più della mensa. Che magari tra qualche giorno si sgonfierà dopo robuste iniezioni di tranquillizzante “made by dem”. Prima iniezione ai dirigenti scolastici, seconda ai presidenti dei comitati dei genitori e, piano piano, finirà che chi oggi protesta, se si distrae, riuscirà perfino a sentirsi in colpa per non aver considerato che, nell’interesse del popolo, non c’erano alternative all’aumento dell’obolo del pasto.
E si convinceranno anche che l’assestamento di bilancio approvato ad inizio estate, in cui c’erano svariati milioni di euro a disposizione, non poteva essere utilizzato – in parte – per ripianare l’aumento e mantenere invariato il costo a carico delle famiglie. Perchè? Perchè ci sono due tipi di assessori in tutte le giunte di Vicenza: quelli che contano e quelli che dormono. I veloci e i lenti. Per comprendere di chi stiamo parlando basta rileggersi la stampa di allora e vedere dove sono finiti i milioni che ballavano.
Certo, per tornare a bomba, lo ius scholae è importante, la cittadinanza onoraria (new deal dei sindaci dem) un simbolo che non vale nulla legalmente ma che vale moltissimo politicamente, tuttavia in questo week end ha solo due funzioni: 1. distrarre dall’imbarazzo di mense e politiche inefficaci per la sicurezza, 2. rompere il fronte avversario e aprire un canale, con questa scusa, con la parte più moderata del centrodestra.
E la parte divertente è che sta funzionando.
Qualche consigliere si sente in colpa perché lui non è Salvini e neanche quel cattivaccio del Generale, qualche altro vuole distinguersi dai fascistoni di FdI, altri ancora devono stare allineati con Tosi e Tajani. FdI non entra nel merito, dice no e balbetta non risposte sembrando esattamente la caricatura che ne fa di loro la narrazione dem e facendo dimenticare al popolo che i balbuzienti, in questo momento, dovrebbero essere quelli che le decisioni le prendono in città, non a Roma.
In pratica da ius scholae (csx) a cupio dissolvi (cdx), il passo è breve.