In tutta la vicenda degli scontri in Fiera emerge una strana solitudine del sindaco Possamai. E basta osservare il silenzio del PD su tutta la vicenda, dove, anziché difendere l’operato del sindaco, preferiscono stare zitti.
Non arrivano prese di posizione ufficiali nè dal PD e neppure, in generale, dal Centrosinistra. Tace Achille Variati – forse perchè la concessione al Bocciodromo la approvò lui da sindaco -, tace Alessandra Moretti, tacciono tutti i big della galassia dem vicentina e veneta.
Il film lo abbiamo visto anche in passato.
Ne sa qualcosa Francesco Rucco, che nei cinque anni da sindaco i problemi più pesanti li ha avuti dalla sua maggioranza, decisamente più fracassona e indisciplinata delle truppe di Possamai, ma il risultato finale non cambia.
Una sconfortante solitudine in cui i sindaci sono lasciati nei momenti di difficoltà.
E se oggi registriamo il silenzio, irrituale, della parte politica che sostiene Possamai, cosa ci possiamo aspettare quando arriveranno i cantieri della TAV e, insieme ad essi, le organizzazioni antagoniste che non la vogliono? Probabilmente la stessa cosa.
Non ci è dato di sapere se ci sono state telefonate o incontri per far sentire al sicuro il sindaco, ma quello che conta è quello che si vede, quindi il dubbio rimane. Le ragioni di questo silenzio si sprecano. Chi dice che sia una delle cifre della nuova politica, dove al minimo segnale di pericolo si corre nei rifugi antiaerei e si aspetta che passi la buriana – tanti Don Abbondio e nessun Braveheart -, chi, più maliziosamente, pensa che ci sia un fuoco amico che non ha ancora digerito la vittoria di Possamai contro un centrodestra straripante in tutta Italia ma fermato in città proprio da lui. E chi ha un minimo di onestà intellettuale dovrebbe sapere che senza il giovane dem, il centrosinistra avrebbe perso la battaglia in città. Epperò il successo di Giacomo è anche il problema della sua area politica che si è fermata ad uno schema che dura da vent’anni e potrebbe essere smantellato da un nuovo corso che potrebbe rottamare i professionisti della rendita di posizione.
Possamai, in fondo, non è la regola nel PD, ma l’eccezione. Pragmatico e poco ideologico, perde le Primarie nel 2018 e vince le elezioni nel 2023, non ha complessi di inferiorità o riverenze nei confronti del notabilato piddino e cerca costantemente il dialogo con tutti, evitando le rotture ma applicando una tranquilla discontinuità rispetto al passato.
E il segnale di ritorno dai nobili più o meno decaduti del suo partito è la sua solitudine.