“Non vi è nulla di più politico della lente attraverso la quale guardiamo il mondo. Solo se impariamo a guardare il mondo diversamente, potremo agire diversamente.” – Antonio Gramsci.
Partiamo da qui, da Antonio Gramsci, inserito di diritto nel Pantheon del Centrosinistra, per fare il punto su una settimana piena di contraddizioni e di stimoli per chi si appassiona alle cose della città. Ma anche per declinare a modo nostro la riflessione del grande intellettuale sardo.
Una settimana contraddistinta da botte e risposte, tra una maggioranza che pasticcia sulle convocazioni della commissione e del consiglio comunale, e una minoranza che pensa di esercitare la sua funzione di controllo disertando l’aula.
Ma le vere botte sono quelle che si prende il farmacista di Piazza delle Erbe, il ragazzo pestato dalla solita baby gang, sono quelle che danno spettacolo in orari improbabili nel quadrilatero di Viale Milano. Insomma una settimana che fotografa due città. Quella che vive nella bolla di vetro della politica, intenta ad esercitarsi nella grammatica da apprendisti stregoni del governo del Capoluogo, e poi quella vera, quella certificata dal bollettino di guerra urbana quotidiano che ci arriva dalla cronaca, che non solo non cambia, ma addirittura peggiora in una escalation inaccettabile.
Eppure siamo ancora dell’idea che in Sala Bernarda siedano dei galantuomini. Donne e uomini perbene che, a loro modo, hanno a cuore la propria città. E allora la domanda sorge spontanea: perchè abbiamo tutti la sensazione che ci sia inerzia da una parte – la maggioranza di centrosinistra – e insufficienza dall’altra – la minoranza di centrodestra – ?
Ecco allora che ci viene in soccorso la nuova lente di cui parla Gramsci. La lente della politica.
Impossibile che il sindaco Possamai non si renda conto della gravità della situazione. E’ lecito allora chiedersi che cosa, davvero, lo renda così incerto nella reazione al problema della sicurezza. La risposta potrebbe essere nelle carte.
La manovra di assestamento, approvata all’unanimità- dei presenti, quindi il solo Centrosinistra – , non prevede un euro in favore di un incremento delle politiche per la sicurezza. I commenti del sindaco agli episodi di violenza all’ombra di Palazzo Trissino sono vaghi, incerti. Come se, a un problema di sicurezza per il cittadino, corrispondesse altrettanta incertezza nel Sindaco.
Le illazioni si sprecano, ma quella prevalente, e se uniamo i puntini potrebbe dimostrarsi addirittura esatta, è che la maggioranza che sostiene Possamai, di politiche per la sicurezza non voglia sentir parlare. La prevalenza di atteggiamenti dogmatici nei confronti di questo tema e soprattutto la paura di mettere in atto politiche giudicate di destra, hanno paralizzato qualsiasi intervento in questa direzione. E, in effetti, mentre nella minoranza fanno a pugni per dimostrare, tra social, assemblee e comunicati, chi è più law & order, a sinistra non vi sono dichiarazioni, nè commenti.
Tutti, come direbbero i Maneskin, zitti e buoni.
Zitto il PD, zitti gli assessori, zitti i consiglieri, zitte le varie anime di un centrosinistra che si ricorda di esistere ormai solo il 25 aprile e nelle altre feste comandate delle battaglie sui diritti. Non sul diritto di sentirsi sicuri nella propria città.
E se le parole sono morettianamente importanti, lo sono altrettanto i silenzi del Centrosinistra.
Forse davvero Possamai non può parlare di sicurezza come vorrebbe perchè è ostaggio di una maggioranza che gli permette di farlo?
Delle due l’una.
O la pensa come i dogmatici del volemose bbene o teme di perdere pezzi. Ma farebbe meglio a dire qualcosa sulla sicurezza, a dire cosa intende fare lui, evitandoci il gioco delle tre carte che rinvia al Governo le responsabilità di non mandare più esercito o più poliziotti.
Ci dica, la prego, la verità sulla sicurezza.