E finalmente, dopo settimane di imbarazzi e incontri, ieri il Sindaco Possamai e il suo assessore all’Istruzione hanno partorito la soluzione alla querelle sull’aumento delle mense. Per sommi capi le cifre restano quelle del 2 agosto, ma ci sarà la possibilità di rateizzare, scontare il fratello o sorella in più e, soprattutto, si farà riferimento all’ISEE, che, nella narrazione di Palazzo Trissino è diventata la parola magica che fa sentire in colpa ogni genitore – se è basso sono uno sfigato, se è alto sono uno stronzo, in ogni caso sono un nemico dell’Amministrazione -.
Insomma dopo un mese abbondante, nel giorno in cui Vicenza festeggia l’Otto Settembre, arriva il risultato della trattativa tra Comune e genitori. E va riconosciuta al Sindaco la consueta abilità nel girare la frittata: “siamo i primi a negoziare direttamente con i genitori”, ma qualcuno potrebbe ricordargli che – ammesso che questa “verità storica” sia insindacabile, e non è così – sono anche i primi a inciampare in un errore così clamoroso. Ricordiamo a Possamai e Selmo che la protesta arriva perchè l’aumento è stato pesante, è stato deciso il 2 agosto e, soprattutto, è stato comunicato a decisione presa con lettera successiva. Negoziare con i genitori è stato un atto dovuto, non un merito o, peggio, una concessione. Ancora più probabile è che sia stata una necessità per allentare la pressione esercitata dalle migliaia di firme raccolte e dalla protesta che saliva violentemente sul web.
E subito dopo arriva un’altra perla, “ammettiamo che c’è stato un difetto di comunicazione”. In che senso? Il difetto non è nella comunicazione, ma nella scelta politica, perchè quando la politica la fanno gli eletti e non i dirigenti, la comunicazione funziona. E poi, cosa si doveva comunicare? Come si poteva comunicare che si andava in molti casi a raddoppiare il costo delle mense? E ancora, è comunicabile una delibera così delicata approvata il 2 agosto? Neanche lo staff di Kamala Harris ne verrebbe fuori.
Eppure ci sarà sicuramente chi aderirà a questo racconto, ma in un mondo un po’ meno edulcorato dalle capriole narrative di Palazzo Trissino, cosa sarebbe successo? Innanzitutto l’assessore all’Istruzione (Selmo) e l’assessore al Bilancio (Sala) – quest’ultima curiosamente scomparsa dai radar in un momento così difficile – dovrebbero scusarsi con la città.
Chiedere scusa per la leggerezza e l’approssimazione con cui hanno preso questa decisione, chiedere scusa perchè hanno fatto il contrario di quello che anche i loro elettori si aspettavano, dopo una campagna elettorale vincente in cui uno dei contenuti principali era l’impegno a rendere gratuito il servizio dei nidi. Ma come, nidi gratuiti e mense delle scuole raddoppiate? Come non vedere questa contraddizione? Se sei la parte politica che privilegia il diritto allo studio e la politica per le famiglie non ti nascondi dietro l’ISEE o il problema dell’evasione, ma metti a terra un piano che sia la conseguenza diretta di quello che hai predicato nelle settimane della campagna elettorale.
In un mondo migliore, dopo le scuse, sarebbe arrivato il provvedimento che annullava l’aumento, che individuava la voce giusta nel Bilancio per non appesantire i costi a carico delle famiglie. E invece si va alla messa cantata dell’Otto Settembre per recitare le lodi di un’Amministrazione che sbaglia, saltando via l’Atto di Dolore.
Più che una messa, sarà una mensa cantata.