NUOVO SISTEMA INFORMATICO REGIONALE PER IL SERVIZIO TRASFUSIONALE: LE ULSS VICENTINE FANNO DA APRIPISTA

Il sistema, inaugurato dall’ULSS 8 Berica e dall’ULSS 7 Pedemontana, una volta a regime metterà in rete tutte le aziende socio-sanitarie del Veneto, con importanti benefici sia per i pazienti in terapia sia per i donatori

Ha preso il via dalla provincia di Vicenza una vera e propria rivoluzione per la Medicina Trasfusionale: l’ULSS 8 Berica e l’ULSS 7 Pedemontana hanno infatti attivato per prime il nuovo sistema informativo regionale che una volta a regime metterà in rete i servizi trasfusionali di tutte le aziende socio-sanitarie del Veneto.

Dal punto di vista pratico, il sistema si configura come un unico database, all’interno del quale confluiranno i dati dei pazienti e dei donatori di tutta la Regione, al quale potranno accedere tutte le strutture sanitarie pubbliche del Veneto. Un lavoro complesso sul piano tecnico, frutto di oltre 10 mesi di lavoro e destinato a concludersi entro il 2025, per un investimento complessivo di oltre 3,5 milioni di euro finanziato tramite i fondi PNRR.

«Questo è certamente un risultato importante sottolinea la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica –, soprattutto in un’ottica di sistema per ciò che sarà possibile una volta ultimata la messa in rete di tutte le aziende socio-sanitarie: l’esperienza vicentina dimostra la validità del nuovo sistema regionale, pur con le inevitabili difficoltà iniziali di un progetto così complesso, che sono state comunque affrontate con grande competenza sul piano tecnico e condividendo gli obiettivi e tutte le informazioni con le Associazioni dei Donatori, che insieme al nostro personale sanitario si sono impegnate a trasmettere ai donatori di sangue i cambiamenti introdotti con il nuovo sistema e le motivazioni alla base del progetto».

Un risultato che sottolinea anche la stretta collaborazione tra le Aziende socio-sanitarie vicentine, come evidenzia Carlo Bramezza, Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana: «Nella Medicina Trasfusionale la cooperazione è costante, attraverso un Dipartimento Interaziendale che coordina le attività tra tutti gli ospedali e i centri di raccolta sangue in tutta la Provincia. Questo nel corso degli anni ha consentito di condividere alcune best practices e ha portato ad una risoluzione più rapida di alcune difficoltà. L’attivazione del nuovo sistema non poteva quindi che avvenire in forma congiunta a livello provinciale. E per il futuro stiamo lavorando ad altre forme di collaborazione che ci consentiranno di affrontare in modo più incisivo le sfide che oggi ha di fronte la sanità pubblica».

«I vantaggi sono enormi sottolinea il dott. Francesco Fiorin, direttore del Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale di Vicenza -. Innanzitutto, per quanto riguarda l’attivitàclinica, per ogni paziente che dovesse essere ricoverato in un ospedale del Veneto al di fuori della propria Ulss di appartenenza i medici potranno avere direttamente accesso alla sua storia trasfusionale, dunque sapere se in passato ha avuto reazioni avverse alle trasfusioni o se ha necessità particolari, mentre ora queste informazioni devono essere recuperate telefonicamente: questo consentirà di risparmiare tempo, pensiamo soprattutto alle situazioni di emergenza, e allo stesso di garantire i massimi standard di appropriatezza e sicurezza per quanto riguarda eventuali trasfusioni. Già in passato nella nostra provincia, proprio perché esiste un dipartimento internazionale, tutti gli ospedali erano collegati in rete ma presto questo principio potrà estendersi agli ospedali di tutta la regione. Inoltre ci sarà un grosso beneficio anche per i donatori di sangue, in quanto non saranno più vincolati a effettuare la donazione nel loro ospedale di appartenenza, potendo ad esempio donare il sangue anche se si trovano lontano da casa, magari in ferie al mare o in montagna nelle località di tutto il Veneto. E questo in prospettiva sarà un aiuto in più per favorire le donazioni».

Il passaggio al nuovo sistema è stato anche l’occasione per introdurre alcune importanti innovazioni, come l’implementazione di un sistema più aggiornato per la raccolta, la manipolazione e lo stoccaggio delle cellule staminali ai fini trapiantologici (ricordiamo che il San Bortolo, insieme all’Azienda Ospedaliera di Verona, è centro di riferimento regionale per le terapie mediante Car-T).

Un’altra innovazione riguarda il nuovo portale dedicato ai donatori, attraverso il quale d’ora in avanti sarà possibile non solo prenotarsi, ma anche visualizzare in tempo reale tutte le proprie informazioni per quanto riguarda lo status di donatore, a partire da quando si può effettuare una nuova donazione, mentre il referto della donazione d’ora in avanti potrà essere archiviato e scaricato direttamente tramite il fascicolo sanitario elettronico. Un ulteriore sviluppo futuro riguarda inoltre la possibilità di compilare comodamente online, nelle 48 ore precedenti, il questionario pre-donazione.

Proprio sulle potenzialità di ulteriori sviluppi futuri richiama l’attenzione la dott.ssa Patrizia Dragone, direttore dell’U.O.C. Medicina Trasfusionale dell’ULSS 7 Pedemontana. «L’attivazione del sistema informativo regionale per i servizi trasfusionali è un passaggio che potremmo definire “epocale”, perché costituisce lo step fondamentale per la realizzazione di una vera rete trasfusionale regionale. In prospettiva l’integrazione tra i diversi centri ottimizzerà l’erogazione della terapia trasfusionale rendendola più semplice e sicura, ovunque un paziente sia seguito in ambito regionale, e favorirà la movimentazione dei donatori, rendendo possibile la donazione non solo dove risiedono ma anche dove lavorano o studiano, senza che siano nuovamente sottoposti agli esami di pre-qualifica. Inoltre la condivisione di dati di interesse regionale e nazionale renderà molto più agevole svolgere alcune attività quali garantire l’autosufficienza in emocomponenti, gestire le emergenze trasfusionali, ricercare emocomponenti per pazienti con gruppi sanguigni rari. Già oggi vi è una stretta collaborazione tra tutte le Medicine Trasfusionali del Veneto, ma ciò che ora avviene tramite una serie di richieste telefoniche e verifiche manuali, potrà avvenire in modo automatico, semplicemente collegandosi ad un database, mettendo così in contatto diretto le strutture che hanno una necessità con chi ha disponibilità degli emocomponenti ricercati, semplificando e abbreviando i tempi e rendendoci ancora più pronti e preparati a far fronte alle necessità dei pazienti».

 

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