C’era una volta la Fondazione Cariverona, un ente che Sindaci e Presidenti della Provincia di Vicenza si tenevano molto cara perchè era uno dei principali forzieri per un territorio che voleva crescere ma a cui le risorse proprie non bastavano mai.
Fu grazie alla Fondazione Cariverona che venne resa possibile una sede in Viale Margherita per l’Università, fu grazie alla Fondazione Cariverona se la Basilica Palladiana venne completamente rinnovata negli anni Zero di questo secolo e di cui oggi tutti beneficiamo, solo per citare due esempi di buona amministrazione e corretto utilizzo di risorse, ma l’elenco si allungherebbe in modo importante se andassimo a vedere la lista delle opere di cui ha beneficiato la città dalla Fondazione.
E nell’esercizio che stiamo praticando in questi giorni che si chiama “ricerca di fondi al di fuori del bilancio comunale”, anche per i noti tagli ai comuni messi in atto dal Governo – ma anche qui bisognerebbe andare oltre le ipocrisie di parte e ricordarsi che lo fa quasi ogni Governo da trent’anni – dopo aver rilevato che l’Art Bonus di AGSM–AIM vale solo per Verona e somma zero per Vicenza come canale di finanziamento di progetti locali, rischiamo di trovare uno scenario simile anche sul palcoscenico della Fondazione Cariverona.
Non si hanno particolari notizie di grandi opere cofinanziate dall’Ente a Vicenza, ogni tanto arriva nelle redazioni il comunicato di qualche micro associazione che ha ottenuto un piccolo aiuto per un proprio progetto, ma si tratta di briciole perchè notizie su investimenti anche minimamente paragonabili a quelli che abbiamo visto in passato su Vicenza, non se ne vedono.
Consiglio non richiesto a Giacomo Possamai: fra i tanti impegni si segni in agenda due appunti, vada a vedere come recuperare risorse sull’Art Bonus in AGSM-AIM facendo una telefonata al sindaco di Verona e mettendo al lavoro i rappresentanti del comune di Vicenza in CdA, e poi faccia la stessa cosa con il Presidente della Fondazione Cariverona, magari chiedendo risultati e operatività ai nostri rappresentanti nell’Ente. La città gliene sarebbe grata.
Perché il rumore di fondo, su entrambi i fronti, è il silenzio.