Ieri è uscita un’ANSA che sta preoccupando i sindaci ad ogni latitudine dell’Italia, la Finanziaria ha ridotto gli investimenti diretti agli Enti Locali rispetto alla precedente. Si accenna ai settori che hanno subito la cura dimagrante e balza all’attenzione soprattutto la parte che riguarda la sicurezza, che passa dai 20 milioni del 2023 a 250 mila euro per l’anno in corso. Certo la fonte è attendibile e di solito le notizie dell’ANSA, che a sua volta cita il Centro Studi Enti Locali e l’ANCI, non sbagliano, rimane quindi che, se è vero c’è una contraddizione di ordine politico – ci siamo abituati ad una maggiore sensibilità a destra sulla sicurezza – è altrettanto vero che la maggioranza del Parlamento è a guida Fratelli d’Italia. La premier non è il tipo che si distrae, ma c’è un problema di priorità, poiché nei territori questo tema è sentito da tutti, non solo dal cittadino elettore, ma trasversalmente dall’intera classe politica. Tanto a destra quanto a sinistra. Eppure i sindaci, anche i nostri che vanno al rinnovo la prossima primavera, fanno della sicurezza uno dei cardini intorno a cui costruiranno i programmi da proporre al voto. Con risorse sempre più limitate.
Per Vicenza è un argomento su cui ci si fa male da decenni ed i fatti di cronaca degli ultimi mesi testimoniano che siamo lontani dall’averlo risolto.
Ai tempi di Achille Variati è stato un crescendo di episodi e di percezioni negative, Francesco Rucco ne aveva fatto una delle bandiere issando i vessilli di un interventismo su Campo Marzo, eretto a luogo simbolo della sicurezza che non c’è, per poi arrivare sfinito a fine mandato senza risultati riconosciuti. Giacomo Possamai ha superato la boa dei primi sei mesi di mandato e, buoni propositi a parte, come la recinzione di una parte di Campo Marzo e la promessa di realizzare la sede della Polizia Municipale nel Quadrilatero, non ha ancora rotto l’abitudine mentale del cittadino che inizia già a rassegnarsi al “tanto non cambia niente”.
Per il momento l’opposizione, che era maggioranza fino a pochi mesi fa, rilancia sul controllo di vicinato, formula che però non scalda il cuore e non rassicura. Non si va oltre il duello fra parti avversarie, e risultati non ne arrivano.
E’ vero che un sindaco, sulla sicurezza, ha una sovranità limitata, ma ne ha una immensa rispetto alle scelte indirette che la possano aumentare. La recinzione completa di Campo Marzo ed una nuova versione del più noto parco della città non dipende dal Questore nè dal Prefetto. E’ una misura che può prendere il Primo Cittadino, così come tante altre che sono state già sperimentate in altre città con risultati sensibilmente positivi.
L’impressione è che si vada per micro interventi, che si navighi a vista, senza mettere a terra un progetto che abbia per filtro e filo conduttore la sicurezza di donne, bambini, anziani e famiglie.
Manca la visione ed il progetto che la renda possibile. Il problema è così complesso che non può essere affrontato a pezzi ma solo con obiettivi di breve, medio e lungo termine, senza pregiudizi ideologici, ma con un sano pragmatismo che riconosca l’urgenza di intervenire.
Oggi è un dovere della maggioranza che guida Possamai, che ha i numeri per dimostrare che la sicurezza è un bene di tutti e non un dogma della destra. In fondo il suo collega Giordani, a pochi chilometri da qui, qualche risultato lo ha raggiunto.
Soldi non ce ne sono, ma se mancano pure le idee diventa la sconfitta della politica. Da una parte e dall’altra.