Travolti dal caldo di agosto, siate felici e accontentatevi del poco che c’è

Nel Ferragosto più caldo degli ultimi duemila anni ci prendiamo una piccola pausa per riprenderci dagli effetti di Caronte. Un caldo che ha paralizzato le attività cerebrali di una città che continua a parlare di cambiamento, ma che poi non cambia mai. In fondo Vicenza è sempre la stessa, con la strisciante attitudine a continuare a scendere di livello, ad abbassare obiettivi ed aspirazioni per non rischiare di fallire. E se fosse il cambiamento climatico che influisce sul dinamismo del Capoluogo?

Prima si sognavano – e poi si realizzavano – teatri e tribunali, – ma era prima del climate change  e c’erano ancora le mezze stagioni – oggi si fa festa se si segna con la vernice – non se si realizza – una pista ciclabile o si trasforma il Parco della Pace nella Woodstock dei poveri per qualche giorno.

Sì non c’è altra spiegazione, è il climate change.

L’effetto climatico fa abbassare l’asticella anziché alzarla, e suvvia, siamo anche fortunati perché l’aumento delle tariffe delle mense è “mediamente” più basso di quello di tutte le altre città del Veneto. Siamo felici perché faremo una mostra in Basilica Palladiana con tre quadri, e sarà un successo. Siamo felici perché viviamo in una città sempre meno sicura, però se lavoriamo un po’ di autosuggestione ci convinceremo che la sicurezza percepita è una cosa, la sicurezza reale è un’altra. Almeno fino a quando non finisci pestato perché rifiuti una sigaretta alla persona sbagliata. Siamo felici perché ci buttano giù Ponte Alto, ma sulla Dioma, metteremo in atto il No Pasaran in salsa berica e verrà fermata l’Alta Velocità fino a quando non si faranno prima i sottopassaggi.

Quindi va tutto bene, in fondo a Caracas si sta pure peggio. Anche per il clima.

P.S.

Buon Ferragosto ai nostri quattro lettori.

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