di Marco Ghiotto
“Raccontami una storia”, ci chiede il bambino. E ogni volta la magia si ripete. Non soltanto la comunicazione istantanea per questo nostro tempo, serve anche un altro registro «L’uomo è un animale che racconta storie», scriveva Alasdair McIntyre in Dopo la virtù. La stessa domanda “chi sono” si può anche tradurre così: ‘di quale storia sono parte? Quale voglio che sia la mia storia?’.
Le storie possono aiutarci a capire e a dire chi siamo, cioè a dare un senso ai frammenti della nostra esistenza, per renderli passi di un cammino unitario. Hannah Arendt scriveva che «il racconto rivela il significato di ciò che altrimenti rimarrebbe una sequenza intollerabile di eventi »; senza però cercare di catturarlo nella trappola della spiegazione, nella catena dei rapporti causa-effetto. Perché nel racconto c’è sempre una genialità creativa, un incontro con l’inatteso. A Natale, quel bambino che chiede storie, siamo noi tutti, affamati non solo di cibo ma di quel calore famigliare (tradizionale o no poco o nulla conta) che si dipana in questi giorni.
Così, vi portiamo idealmente in dono due regali che sono due vie artistiche permeate di storia e di storie, due idee diverse ma che declinano entrambe a loro modo i concetti di etica e di morale e, soprattutto, di speranza.
Iniziamo da un libro e da una delle storie più incredibili, dense, immaginifiche di ogni tempo. Parliamo delle vicende di Achille, Ettore, Paride e Patroclo, dell’Iliade, la guerra di Troia, di tutto quello che Omero raccontò e che poi divenne il modello perfetto e definitivo per l’epica occidentale. Quell’ira funesta che infiniti addusse lutti agli achei, ce la canta questa volta un vicentino specialissimo: Sammy Basso. In “Antenorea – il consigliere di Priamo” (Ronzani Editore) Sammy compie una riuscitissima operazione culturale di divulgazione, prendendo quegli eventi e raccontandoli con piglio da intrattenitore e con la ferma volontà di esaltarne i tratti psicologici dei protagonisti, inserendovi una narrazione brillante e romanzata appena quel tanto da rendere infine il racconto godibilissimo come nei migliori romanzi storici. Chi conosce la storia perfettamente, troverà questo modo di Basso in ogni caso originale e felice, chi invece non ha mai potuto approfondire le vicende di greci e troiani, rimarrà vinto ed entusiasta da queste pagine piene di battaglie, congiure, strategie e passioni umane violente e viscerali. Sammy Basso entra nella mente dei personaggi, svelandone passioni e desideri e creando un affresco su temi universali che affondano le loro radici nella parte più profonda dell’animo umano in cui tutti noi possiamo riconoscerci. Ma quello del vicentino è un progetto che va oltre a questa pubblicazione, che di fatto è solo il primo di tre volumi nei quali si dipanerà la storia che voleva raccontarci. E in questa storia ci siamo noi veneti, tutti figli di Antenore. Sammy, nei tre libri (nei prossimi mesi il volume 2 e il 3) seguirà il viaggio di Antenore fino al suo approdo qui a Padova, dove diverrà a tutti gli effetti il mitico fondatore di Patavium, una leggenda dai fondamenti storici che grazie a Sammy Basso ora arriva a tutti in questo modo diretto e avvincente.
Compiendo un salto piuttosto gigantesco di contenuti, tempo e stili, vi vogliamo consigliare anche un disco che è invece calato quintessenzialmente nell’oggi e lanciato verso il futuro portando con se in dote uno sguardo critico al presente ma una forte speranza umanitaria. Parliamo di “i/o”, l’ultimo stupendo album di Peter Gabriel. Dopo 21 anni di attesa, il primo dicembre è arrivato nei negozi e nelle piattaforme quello che è IL disco del 2023 per vari motivi. Intanto perché ha accompagnato tutto l’anno con uscite mensili di ogni brano, ad ogni luna piena, in un percorso che sgretola l’idea di album e allo stesso tempo la corrobora e la cementa con un’attenzione profonda verso la singola canzone. Perché esce in due (tre col blue ray) mix diversi ed è un fatto inedito e Gabriel da decenni parla di come la tecnologia un giorno permetterà di far arrivare al pubblico il lavoro voluto dall’artista e al contempo dare al fruitore la possibilità di modificarlo. Peter Gabriel parlava di intelligenza artificiale già 40 anni fa. “i/o” è il disco del 2023 perché parla di connessioni, di essere parte del tutto, perché è ottimista, persino ingenuo e disarmante nel ritenere l’amore la soluzione di ogni male e nel pensarci docili fibre di universo. Perché è un progetto nato 30 anni fa e rappresenta il coronamento di una carriera strepitosa e di veri giganti oggi in giro ne sono rimasti pochi. Perché ha almeno 4 capolavori assoluti al suo interno e il resto è comunque di livello altissimo rispetto al pop odierno. E perché anch’esso, come il libro di Basso, contiene tantissime storie nelle storie, nello stile da trovatore contemporaneo che ha sempre distinto Gabriel. Storie di donne e uomini che cercano un senso al tutto. E le trame sono sempre incontri, incroci, legami che danno spessore e sapore alla nostra vita. Che ci aiutano a diventare chi siamo, a lasciare qualcosa di noi nel mondo. A prendere forma mentre diamo forma. A tessere fratellanza. Attorno a ogni storia si raduna una compagnia: sempre si racconta di qualcuno, per qualcuno, a qualcuno. Per questo i bambini, che hanno sete di mondo e di compagnia, sono affascinati da chi sa raccontare storie, e non sono mai sazi: ‘ancora una!’.