Per il dopo Malagò il Governo pensa a Zaia

Sembra che dietro la polemica tra il vertice del Comitato olimpico e il ministro Abodi ci sia la scelta del governo di non cambiare il limite dei tre mandati che gli impedisce di ricandidarsi. La successione arriverà pochi mesi prima di Milano-Cortina.

Quindi il tema è il quarto mandato che, al momento, è impossibile, perché il Coni è – per legge – l’unico ente sportivo di questo genere che ha il tetto dei tre mandati. “Basterebbe cambiare la norma”, è la tesi di chi sostiene Malagò. Nulla di strano: ci sono vari precedenti in tal senso. Il problema, però, è che il governo non ha alcuna intenzione di modificare nulla. Una posizione, questa, che è contestata dal Pd: “Una norma sul limite dei mandati è doverosa e sacrosanta ma deve valere per tutti”, dice Mauro Berruto, deputato Pd. Il riferimento è alla Federnuoto diretta dal deputato di Forza Italia Paolo Barelli. Quest’ultimo, sentito da LaPresse, pur senza attaccarlo, non ha certamente teso la mano a Malagò. A confermare che il mandato del vertice Coni volge al termine anche il responsabile sport di FdI, Paolo Marcheschi: “Un suo avvicendamento, come peraltro impone la legge, rientra nell’ambito del normale ricambio dei vertici che riguarderà anche le stesse federazioni sportive”.

A questo punto, dunque, non resta che trovare un altro nome. Da mesi – a proposito di limiti di mandato – se ne fa uno che viene non dal mondo dello sport ma da quello della politica. Quello di Luca Zaia. Il presidente della Regione Veneto finirà il suo mandato nel 2025. E, proprio come Malagò, non può essere rieletto. In questo caso a causa del limite del doppio mandato. Siccome non ha alcuna intenzione di restare in panchina, ambienti politici non solo leghisti stanno valutando di dirottarlo al Coni.

A suo favore giocherebbe anche il fattore territorio: il Veneto nel 2026 sarà protagonista dei Giochi invernali e un profilo locale, con capacità gestionali a volte apprezzate anche dai detrattori, potrebbe essere una buona soluzione per lanciare un evento che parte in salita. Le indiscrezioni a riguardo non sono mai state smentite. E oggi Zaia interviene proprio sulle Olimpiadi. Nel complimentarsi con gli atleti olimpici, il governatore del veneto ricorda che questi Giochi “preparano il terreno per Milano-Cortina 2026, l’appuntamento in cui sarà protagonista anche il nostro meraviglioso territorio”.

C’è un problema, però: i voti. Malagò, in caso di elezioni, non avrebbe difficoltà a trovare conferme. Zaia, invece, non ha particolari precedenti nel mondo dello sport. Bisognerebbe convincere le federazioni a votarlo. È probabile che alla fine – se resta ferma l’idea di non cambiare la legge – si opterà per un profilo con un passato all’interno delle federazioni sportive.

Nell’ambiente, al momento, quasi tutti evitano di uscire allo scoperto e le bocche restano cucite, ma il nome di Zaia gira e la presidenza del CONI, al di là delle ipocrisie, è un ruolo politico, non certo sportivo. Quindi why not? Zaia al posto di Malagò diventerebbe in sei mesi il vero ministro dello Sport. E forse è questo che teme Abodi.

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