Depuratore di Arzignano, l’onorevole Giovine visita l’impianto: “Eccellenza nazionale per livello tecnologico, efficienza e sensibilità verso l’ambiente e la salute”

Il futuro della depurazione industriale, come elemento fondamentale per abbattere l’impatto ambientale del sistema concia nell’ottica dello sviluppo sostenibile e della competitività internazionale, è stato al centro della visita ad Acque del Chiampo e al depuratore industriale dell’onorevole Silvio Giovine, membro della X Commissione parlamentare che si occupa di attività produttive, e dell’assessore del Comune di Arzignano, Giovanni Lovato.

Giovine e Lovato hanno incontrato il presidente di Acque del Chiampo, Renzo Marcigaglia, il vice presidente, Guglielmo Dal Ceredo, e il direttore generale, Andrea Chiorboli, e hanno visitato il l’impianto di depurazione che tratta ogni giorno 30.000 metri cubi di reflui industriali provenienti da 130 grandi aziende della concia direttamente collegate, per una capacità depurativa pari a 1,6 milioni di abitanti equivalenti.

“Conosco bene il sistema della concia della Valle del Chiampo, perché me ne sono occupato in Commissione parlamentare dove siamo riusciti a riconoscere la filiera come eccellenza Made in Italy in grado di offrire prodotti di alta gamma, realizzati con materiali e processi sostenibili – commenta Silvio Giovine -. Oggi ho avuto la possibilità di vedere da vicino il depuratore di Arzignano, che rappresenta anch’esso un’eccellenza a livello nazionale ed internazionale per il livello di tecnologie utilizzate, l’efficienza e per la sensibilità verso la tutela dell’ambiente e della salute. Si tratta di un modello nato con l’impegno del territorio, grazie alla lungimiranza di imprenditori ed enti pubblici, e che merita di essere valorizzato sia a Roma che in Europa attraverso un adeguato sostegno, anche finanziario, a progetti strategici di sviluppo da cui dipende il futuro della concia del nostro territorio, un distretto che vale 2,7 miliardi di euro di export e occupa oltre 11.000 addetti nella filiera che conta 600 aziende”.

“Va anche evidenziato l’impegno del gestore idrico sul fronte dell’emergenza Pfas, un problema emerso nel 2013 nella Valle dell’Agno con forti ripercussioni nella Valle del Chiampo, ma che riguarda anche molte altre zone d’Italia – aggiunge Giovine -. Anche in questo caso Acque del Chiampo è un punto di riferimento a livello nazionale, con quasi 40 milioni di euro di interventi per l’emergenza Pfas previsti fino al 2029, e con monitoraggi quotidiani durante tutto l’anno per garantire la qualità della risorsa idrica, oltre ad un’attività costante volta a controllare l’utilizzo dei prodotti chimici nei cicli produttivi a monte, con l’obiettivo di abbattere all’origine l’utilizzo di Pfas e quindi evitarne la presenza nel ciclo depurativo”.

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