Ius scholae: facciamo il punto

Grazie alla sortita di Antonio Tajani, sostenuto da Forza Italia, sullo ius scholae si è risvegliato un dibattito che sta dividendo il Centrodestra, oggi Luca Zaia esce con un video in cui precisa la sua posizione (a favore dello ius sanguinis), ma parla dello ius soli e non dello ius scholae. Una distrazione o una scelta? Di solito il Presidente del Veneto è molto attento, quindi ci viene da pensare che abbia deciso di evitare il tema della scuola, ma in tutte queste opinioni, vale la pena di fare il punto su cosa significhi esattamente ius soli, ius sanguinis, ius scholae e, già che ci siamo, anche con gli altri diritti.

 

LA LEGGE IN VIGORE – L’attuale legge sulla cittadinanza è la numero 91 del 1992 e si basa sul cosiddetto modello dello ius sanguinis, ‘diritto di sangue’.

Secondo questo principio, acquista di diritto la cittadinanza alla nascita colui che sia nato da madre o padre cittadini italiani. Sono previste modalità agevolate di acquisto della cittadinanza per gli stranieri di origine italiana. Discorso a parte, per coloro che dalla legge vengono definiti “stranieri”. “Lo straniero che sia nato in Italia – si legge nel testo – può divenire cittadino italiano a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età e dichiari, entro un anno dal compimento della maggiore età, di voler acquistare la cittadinanza italiana”.

IUS SOLI – Dal latino ‘diritto del suolo’. È il modello che prevede l’acquisizione della cittadinanza di un Paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio. La normativa vigente in Italia prevede anche lo Ius soli, che però viene garantito soltanto in alcune situazioni particolari: quando un bambino non può avere alcuna cittadinanza perché figlio di genitori privi di cittadinanza, quindi apolidi; quando un bambino è figlio di genitori ignoti; oppure in presenza di norme del Paese di provenienza che impedisce l’acquisizione della cittadinanza dei genitori.

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