Immagine gentilmente concessa da Bassanonet

Lo Zen e l’arte della manutenzione di…Bassano

Prendiamo a prestito il titolo del cult di Robert M. Pirsig del 1974 per parlare di Bassano e dei candidati sindaci che ormai sono uno al giorno.

L’ultimo in ordine di arrivo è Gianni Zen, nome non nuovo alla politica, con un passato da parlamentare della Margherita, culturalmente legato alla nobile tradizione della sinistra democristiana, archiviata insieme alla storia dello Scudocrociato, ma ben viva attraverso una classe dirigente che è ancora in partita nelle molte latitudini della politica.

Insieme a tanti altri come Vincenzo Riboni (ora PD area Schlein, presidente dell’Istituto Rezzara), Giuseppe Castaman (ora Lega, presidente di Viacqua), Giovanni Luigi Fontana (presidente dell’Accademia Olimpica) e su, fino a Gianfranco Rotondi, che dalla sinistra democristiana, è arrivato oggi a Fratelli d’Italia. Insomma un’area che ha distribuito intelligenze praticamente a tutte le espressioni della Seconda Repubblica, ma che, al di là delle posizioni destra/sinistra, ha sempre espresso almeno due peculiarità, la competenza e l’acume politico.

Difficile dire se con la discesa in campo dell’ex preside del Brocchi, il quadro confuso delle Amministrative di Bassano avrà un’accelerazione o una schiarita, quello che è sicuro è che la decisione di Zen fa uscire allo scoperto la simmetria con il centrodestra nella cultura della frammentazione. Tanto quanto nell’area oggi governativa la confusione regna sovrana, con una moltitudine di candidati sindaci più o meno ufficiali, Elena Pavan (Lega), Nicola Finco (Lega), Stefano Giunta (FdI), Andrea Zonta (FdI), Mariano Scotton (FI), Roberto Marin (Civico di cdx), dall’altra parte il fronte dell’opposizione sta moltiplicando i sindaci, con Roberto Campagnolo, Paolo Retinò e da ieri, Gianni Zen, appunto.

Insomma il cielo sopra Bassano è tutt’altro che sereno. Un po’ come il meteo di questi giorni. Proviamo allora a capire cosa sta succedendo sulla sponda sinistra del Brenta.

Il nome Zen era uscito già qualche mese fa, frutto, secondo gli spifferi dem, di un’incursione del Camillo Benso di Camisano, Angelo Guzzo, plenipotenziario democratico che sta tessendo la tela da mesi su tutti i comuni a doppio turno, con l’obiettivo di riproporre il format che gli ha permesso di espugnare il Capoluogo. Solo che le interlocuzioni sono uscite sulla stampa ed hanno prodotto più lacerazioni che applausi, perchè il professor Zen non è abbastanza “de sinistra”, perchè non è abbastanza espressione dell’apparato, perchè un po’ troppo autonomo nei movimenti e nelle decisioni, tutti elementi che normalmente qualificano in positivo un candidato ma che per la nomenklatura dem rappresentano un problema. E infatti, dopo aver sciacquato i panni delle trattative “segrete” sul giornale, prima lo scaricano e poi gli preferiscono Roberto Campagnolo, già vice sindaco ai tempi del Centrosinistra di governo, che dopo aver soggiornato per qualche anno con Italia Viva, è tornato all’ovile democratico con la benedizione per battere le destra dis-unite.

Sembrava finita così, e invece ieri è arrivata alle redazioni la notizia della candidatura dell’ex preside del Brocchi con la lista “E’ il momento”. Un gruppo di giovani che sono scesi in campo in forma civica, i più – si dice – collocati genericamente nell’area del Centrosinistra, che fin dal titolo promettono di mettersi in gioco senza imbarazzi, perchè adessso “è il momento”. Per vedere se l’esperimento funzionerà bisogna però attendere che parta davvero la campagna elettorale, tra poco più di un mese, perché solo allora si saprà davvero chi è in campo. La sfida con la città e le altre liste sarà tutta nel dimostrare che non si tratta della civica un po’ naïf della Terza C che lancia il suo preside, ma di una proposta nuova ed originale.

Nel mese di marzo tutto può succedere, compreso che il Centrosinistra decida di ritirare qualche candidato per convergere su un unico profilo e abbracci la logica del campo largo che gli ha appena consentito di vincere in Sardegna, e, considerando che le divisioni a destra del Brenta sono dichiarate ai quattro venti, le chances di vincere si moltiplicano.

Anche perché nei ballottaggi, il Centrodestra è imbattibile nel consumare le vendette interne facendo prevalere più spesso Tafazzi che Andreotti.

 

(Ringraziamo Bassanonet e il suo direttore Alessandro Tich per la concessione dell’immagine)

 

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