PNRR a Vicenza non se ne parla più

Se scorriamo le pagine delle testate nelle città venete, ci accorgeremo che i fondi PNRR sono uno dei nodi principali della comunicazione istituzionale dei sindaci.

Solo poche settimane fa il Mattino di Padova ha dedicato due facciate all’elenco dei cantieri in pista nella Città del Santo, dando ampio risalto ai cambiamenti in corso ed al futuro del Piano Marshall messo a terra da Governo ed Europa per migliorare i nostri territori. Una valanga di milioni di euro che ammoderneranno il volto e le infrastrutture del Paese.

E, nonostante Vicenza abbia incassato il via libera a 76 progetti, prima nel Veneto seguita da Padova con 68, per una somma pari a oltre 60 milioni di euro nei settori di scuole e asili (12.210.300), sport e tempo libero (6.100.000), strade e piste ciclabili (7.736.532), anziani, disabili e povertà (6.441.500), gestione dei rifiuti (7.100.728), monumenti (5.000.000), trasporto pubblico (7.403.935), digitalizzazione nella PA (1.447.515), siamo di fronte ad un inspiegabile silenzio da parte dell’Amministrazione comunale.

Si comunica molto su tutto, non sul PNRR.

Si potrebbe, andreottianamente, pensar male. Il lavoro sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato fatto dalla giunta precedente che era di segno opposto all’attuale, e verrebbe facile pensare che si voglia procedere con i lavori senza dire che, di questo, il centrosinistra che governa oggi la città, non ha alcun merito. Se fosse così sarebbe un punto a favore di quello che Berlusconi chiamava il teatrino della politica, o quello che altri, in modo più sofisticato, assegnavano alla damnatio memoriae la dignità latina del desiderio di chi vince di cancellare il ricordo di quanto realizzato dall’avversario politicamente sconfitto.

Ci auguriamo che retropensieri come questi siano solo fantasie sbagliate, epperò rimane la domanda aperta sul motivo per cui in questi mesi non si parli più di PNRR e dei cantieri in corso o in arrivo.

Il beneficio, in fondo, non è ad una parte politica o all’altra, ma alla città, al servizio della quale la politica dovrebbe sempre ricordarsi di essere.

CONDIVIDI SU