Un nuovo otto marzo

Festa della donna. Festa per la donna. Festa per la tutela dei diritti delle donne. Un cambio, semantico, che e’ anche un cambio sostanziale: tutto da capire a favore di chi e perche’. Ogni anno, in prossimita’ dell’8 marzo, personalmente rileggo la storia e le ragioni di questa ricorrenza, ogni volta assaporando e dando nuovi significati, man man che la mia vita prosegue, di anni e di esperienze, ai percorsi (il termine battaglia non mi piace e non mi appartiene) che le donne hanno attraversato e fatto in passato. Poi rientro al presente ed oggi mi confronto con una festa che fino a qualche anno fa percepivo come quasi esclusivamente commerciale ed oggi, invece, e’ quasi un manifesto culturale, pieno di contraddizioni e con piu’ passi da fare rispetto ai passi gia’ fatti. Triste, quasi sconsolante, che nel 2024 si debba rimarcare che le donne hanno dei diritti, che le donne ci sono e che le donne devono esserci. Triste, ed ancora piu’ sconsolante, che le donne debbano giustificarsi sia se festeggiano, in vario modo, questa ricorrenza, sia se decidono di oltrepassarla senza necessariamente celebrarla. Ogni anno si moltiplicano discorsi, interventi, celebrazioni, auguri e frasi fatte. Io, che dell’essere donna non ho mai fatto un manifesto, ma una realta’ di fatto, personalmente credo nel dialogo e nel valore delle differenze, tra uomini e donne in primis, e tra le stesse donne, in quanto tali, orgogliosamente consapevole che tutte le conquiste che hanno voluto e ottenuto le donne non sono mai state fine a se’ stesse, ma hanno sempre ottenuto una societa’ piu’ giusta, piu’ equilibrata, piu’ vivibile, piu’ libera, per tutti, anche per gli uomini, ed anche per quegli uomini che osteggiavano quelle stesse conquiste. E questa e’ la consapevolezza e l’orgoglio piu’ grande, quasi piu’ grande della stessa singola conquista ottenuta. Su questa consapevolezza credo che occorra ragionare oggi, per non tornare indietro, per trasferirne il valore e per uscire dalla retorica che, quando si parla al femminile, e’ sempre capace di prevedere protocolli, accordi ed intese che poi rimangono sulla carta, mentre ancora oggi, nel 2024, tantissime donne fanno fatica a conciliare lavoro e famiglia, vengono pagate meno degli uomini, e sono sempre le prime a sacrificarsi di fronte alle esigenze di capi ufficio, colleghi, genitori, mariti, fratelli… Forse, e lo dico sottovoce, e’ ora che nasca un nuovo femminismo: una sorellanza vera, ma non solo tra le donne, insieme agli uomini, e ce ne sono tanti, che credono al dialogo e che vedono, nelle diversita’, il valore della vita che prosegue e si migliora sempre. Ad ogni uomo personalmente auguro di avere una figlia femmina, vera benedizione e vera semina, perche’ tutti possano davvero apprezzare, anche nella riscoperta della tenerezza, la profondita’ della frase di Shakespeare: in piedi, signori, davanti ad una donna.

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